“All we need to begin with is a dream that we can do better than before.
All we need to have is faith, and that dream will come true.
All we need to do is act, and the time for action is now.
Nothing happens unless first a dream.”
Carl Sandburg
Ho letto molto in questi giorni, il web è in fermento per tutto quello che sta accadendo nel mondo. E ho pensato che alla resa dei conti, tutto si basa sui sogni e sulle azioni che facciamo per realizzarli.
Ho cercato in rete la traduzione di questa frase, ma sembra non esserci (o io non sono stata abbastanza brava per trovarla), se non rivisitata in modi che non mi piacevano. Ho deciso di lasciarla nella sua lingua originale, ma ve la propongo perché è quella che meglio si accorda con ciò che voglio esprimere.
Senza sogni nulla può iniziare
Sandburg, poeta statunitense vissuto a cavallo tra il 1800 e il 1900, chiude la frase dicendo che nulla accade se prima non c’è un sogno.
Ecco, io i miei sogni li scelsi da piccola. Erano sogni che non vedevano scenari di gloria e ricchezza. Direi che erano piuttosto sogni umili, ma immensi. E credo lo siano tuttora, forse anche più di allora. I miei sogni erano spinti dal desiderio di un mondo migliore, di un clima disteso, di rispetto diffuso. Fin da piccola, mi sono sempre sentita vicina ai più deboli. A scuola, mi veniva spontaneo andare a parlare con chi vedevo in disparte, e non di entrare nelle grazie del leader di turno, che poi di leader non aveva nulla.
Conservare la fiducia, un’impresa titanica
Crescendo ho cercato di restare sempre fedele a questo mio modo di essere, ma spesso perdo la fiducia e smetto di credere che i sogni si possano realizzare. In quest’epoca, in cui dispensare odio sembra uguale a bere una bibita fresca, e l’amore invece lo centelliniamo, la mia fiducia vacilla a minuti alterni. Passo molto tempo in rete, e vedo cose che mi fanno pensare ci sia buon margine per migliorare, per sperare, ma un attimo dopo ne noto altre che smontano l’entusiasmo appena ritrovato.
Mi domando di continuo se ci sia una soluzione a tutto questo? Concludo che no, non c’è, non a livello definitivo almeno, o universale. Ci sono solo tanti piccoli gesti da fare per non peggiorare le cose, e li dovremmo fare nel quotidiano.
La differenza sta nel fare
Oggi più che mai, chi conosce meglio i fatti della rete, chi è smaliziato, chi ha voglia di informarsi e informare, chi pensa che virtuale e reale siano mondi prossimi – non uguali, ma vicini –, chi riesce a vedere un millimetro più in là, ha una responsabilità immensa – come i miei sogni –, e deve impegnarsi di più.
Ma non, come troppo spesso accade, nell’insultare chi non è diverso, chi sui social usa condividi senza senno né criterio, senza leggere nulla oltre il titolo. Leggiamolo, almeno il titolo. Chi riesce a vedere un millimetro più in là, si deve impegnare a non deridere, non ridicolizzare. Si deve impegnare a non diffondere cose che possono essere fraintese, che possono fare male. E no, rispondere con un’offesa a un’offesa non è legittimo, è scendere al livello di chi offende.
Penso ai tanti contenuti che vedo in giro in questo periodo, per lo più a sfondo politico. Alcuni talmente sottili da essere geniali, altri che non fanno manco ridere, figuriamoci riflettere. Ma al di là di questo, al di sopra di questo, c’è da considerare che molti abitanti della rete non li capiscono, non vedono l’ironia, non vanno oltre.
Ha ragione chi mi risponde dicendo che, mai come in quest’epoca, non mancano gli strumenti per informarci prima di diffondere notizie false, prima di prendere per vere vignette e battute ironiche o provocatorie, prima di fare qualunque cosa. Ma è vero anche che, quando manca la capacità di discernere, mista alla poca volontà di fermarsi e riflettere un attimo prima, di tutti questi strumenti e possibilità non ce ne facciamo nulla.
Un appello, a te che leggi oltre il titolo: agisci
Chi vede un millimetro più in là, deve fare di più. Deve smettere di rispondere a idiozie provocatorie con idiozie piccate e piene di risentimento.
La possibilità di cambiamento non sta nella speranza che chi non fa delle cose inizi a farle. Non può stare solo in questo. Per fare la differenza si deve agire.
Il primo passo per il cambiamento sta nelle azioni di chi già sa e fa.
La speranza vive di azioni.
2 Comments
Quanto spessore il tuo pensiero.
La fortuna dell’Italia è avere giovani come te.
Ti chiedo solo di non smettere di parlare.
di non smettere di smuovere le coscienze.
Grazie Federica, che bello leggere queste tue parole 🙂
E grazie per annoverarmi ancora tra i giovani 😀
Continuerò a fare del mio meglio, promesso!