“Non si possiede mai un gatto. Semmai si è ammessi alla sua vita,
il che è senz’altro un privilegio.”
Beryl Reid
Gatti, che passione
La mia smodata passione per le pellicce feline, quelle che camminano sia ben chiaro, è risaputa. Non potendo circondarmi di tigri, per ovvie ragioni direi, riverso le attenzioni sui gatti.
“Dio ha creato il gatto per procurare all’uomo la gioia di accarezzare la tigre.”
Pur non credendo in Dio, trovo questa frase molto vera – se conosceste il mio gatto approvereste anche voi –, e la paternità è attribuita a Joseph Méry, scrittore francese di cui vi segnalo qui la scheda presente nell’enciclopedia Treccani. Questo Joseph avrà indubbiamente condiviso la sua vita con un gatto, o forse più.
Io adoro i gatti. Ci parlo – sono una un po’ strana e sono certa che mi rispondano per le rime –, e porterei a casa tutti quelli che incontro per strada. Siccome non posso – vedi il discorso fatto per le tigri poco fa – li fotografo, se loro vogliono ben inteso. Ogni volta porto a casa con me il ricordo di un incontro speciale.
La galleria non è che un estratto super-concentrato delle millemila foto sparse tra pc, archivi vari e cuore.
Saggi insegnamenti felini
Queste tigri in miniature, che a volte proprio miniature non sono, portano nel DNA un universo di saggi insegnamenti. Partirei dal rispetto, degli spazi, dei momenti e di sé e proseguirei con l’indipendenza, che non è individualismo-menefreghismo-blahblahblah, come dicono tanti.
Sono inoltre maestri indiscussi del vivere l’attimo, queste creature sono assolutamente presenti a se stesse e al momento che vivono, forse anche quando dormono.
La lamentela più frequente che sento sui gatti è: sono degli opportunisti, ti cercano solo se hanno fame, altrimenti non li vedi e non li senti. Ecco, penso che solo una persona distratta possa affermare una tale sciocchezza, ma ognuno può credere quello che vuole, no?
Come una gatta mi cambiò la vita
A febbraio, il 17, c’è stata la festa del gatto. Una blogger della community Amici di Chicco chiese, in un gruppo Facebook, se ci fossero persone che vivevano con un gatto e volevano condividere la loro storia.
Ovvio, ho risposto anche io, mica potevo mancare. Le inviai la mia storia, anzi la nostra e ve la riporto qui:
Elisa, Kissy & Hermes
Hermes ha a che fare con la mitologia, ma nel mio caso con la magia e forse pure con la reincarnazione.
Tantissimi anni fa nella mia vita irruppe Kissy, micia americana di mio fratello. La prima notte andò così: lei saliva sul letto, io scendevo, lei scendeva dal letto, io salivo. Tutta la notte. In un attimo accadde qualcosa, credo magia, perché il mattino seguente fu amore. Il mio terrore per gli animali, che amavo da lontano perché l’idea di averli vicini mi paralizzava, svanì nel nulla.
Passarono moltissimi anni felici, fino a quando… la vita si sa come va. Fu molti anni dopo che accadde qualcosa di inatteso. Questa meravigliosa micia aveva lasciato un vuoto, ma altro non era che il varco da cui, in un caldo sabato di fine luglio, entrò lui. Hermes.
Era una notte buia quella prima del suo arrivo e la mia vita era un vero casino. Scesi dalla macchina sotto la pioggia che mi bagnava come le lacrime che non si fermavano. Per un attimo alzai gli occhi al cielo, lui si squarciò e cadde una stella. A quella coda legai il mio desiderio più grande, un “amore” senza se e senza ma e un motivo di sorrisi e serenità.
Il mattino dopo uno scricciolo rosso pianse davanti alla mia porta. E fu nuovamente amore.
Ha un caratteraccio come Kissy e la puntina della coda naturalmente curva proprio come lei ed è arrivato, scodinzolante e inaspettato, a insegnarmi che niente è perduto fino a quando lo porti nel cuore.
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