In questo inizio d’anno la street art arriva a Marta e Valentano, due borghi dell’alto viterbese che affacciano sul meraviglioso lago di Bolsena. Dipinti su muri, panchine e serrande abbelliscono e danno un volto nuovo ai luoghi scelti dalle amministrazioni per essere valorizzati e riabilitati. Grazie al bando della Regione “Lazio Street Art”, a presidiare e magnificare questi spot troverete i Pittori Anonimi del Trullo e io lo scorso weekend sono andata a curiosare il work in progress. Vista la mia passione per la Tuscia e i vecchi borghi, ho approfittato di un momento di tregua in cui ancora si può uscire dal proprio comune per fare anche un giro in questi splendidi luoghi, ma questa è un’altra storia.
Lazio Street Art
Il bando, indetto dalla Regione Lazio, ha permesso di finanziare ben 10 opere sparse sul territorio e volte a dare nuova vita e decoro ad aree abbandonate o degradate. I P.A.T. si sono aggiudicati il progetto “Marta – Valentano: Tra storia, leggenda, scienza – Amalasunta e Ruffini”. Nei due comuni quattro artiste – avete letto bene, sono tutte donne – stanno realizzando opere di street art che raccontano e danno voce a due personaggi importanti per il territorio, e non solo. Il matematico, medico e filosofo Paulo Ruffini a Valentano e la Regina Amalasunta, figlia di Teodorico, a Marta.
I lavori dovrebbero terminare, e poter poi essere ammirati in tutta la loro bellezza, entro la fine di febbraio.
Marta e Valentano
A Valentano l’area interessata dall’intervento di street art si trova ai margini del centro storico, proprio sotto la cinta muraria e la Rocca Farnese. I P.A.T. stanno decorando un portico, e le ventiquattro serrande in esso presenti. Qui ci sono le sedi di diverse associazioni culturali, ma anche la protezione civile, l’Avis e l’Università della Terza Età. Ai lavori di street art, dovrebbero poi fare seguito importanti opere di riqualificazione come l’abbattimento di barriere architettoniche e la realizzazione di uno spazio verde pubblico.
A Marta, invece, i murales stanno prendendo vita su due muri, entrambi nella zona dei campi sportivi. A questi si aggiungono anche tre panchine in cemento che verranno posizionate sulla passeggiata del Lungolago, vicino al porto (da non confondere con il borgo dei pescatori, che sta al capo opposto).
Mario D’Amico e i pittori anonimi del Trullo
Molti li conosco già e ben oltre i confini del Trullo, noto quartiere della periferia sud di Roma e da qualche anno museo a cielo aperto di street art, ma altri – anche se ne ignoro le ragioni – sembra non ne abbiano mai sentito parlare e allora vi dico qualcosa.
Cuore, anima, mente e braccio di questo gruppo di artisti è Mario D’Amico. Anni fa, insieme a due tre persone amiche, stanco del grigiume e del degrado del suo quartiere iniziò a dipingere i muri dei palazzi. Agivano di notte, senza dare fastidio, senza chiedere soldi, per il solo piacere di migliorare l’ambiente e regalare bellezza. Volete mettere un’imponente facciata grigia monotono con una impreziosita da un ritratto, un disegno, un fumetto, una scritta? Non c’è storia. Anzi, se non siete mai stati al Trullo, è ora che vi alziate dal divano e facciate un bel giro.
Dopo aver dato una faccia nuova alla borgata e non solo con i murales, perché c’era chi dipingeva e chi la ripuliva da erbacce e sporcizia, Mario si è ritrovato a colorare scuole, stazioni, muri sparsi qua e là per la città rendendo di fatto i P.A.T. famosi. Adesso stanno finalmente avendo l’occasione di portare fuori dalla capitale tutta la bellezza di cui sono capaci.
Che dire, se la vita vuole farvi un regalo vi metterà sulla strada di Mario. Vi assicuro che passerete dei momenti unici, scoprendo cose che non troverete mai in nessun libro o manuale. Io ho trascorso due giorni con lui e ho scoperto che è una miniera umana di storie, aneddoti, battute e sorrisi, anche da dietro la mascherina. Mario è una di quelle persone a cui sorridono gli occhi! Ama mostrare alle persone le capacità che non sanno di avere ma che lui già vede e sente.
Le opere e le artiste di Marta e Valentano
Nel progetto dei comuni viterbesi, come accennato in precedenza, sono state coinvolte quattro streetartist e hanno tutte alle spalle un percorso di studi all’Accademia delle Belle Arti: Manuela Merlo Uman, Violetta Carpino, Giusy Guerriero e Sara Amoruso, in arte Sempre Lucida.
Manuela Merlo Uman in questa occasione sta realizzando diverse opere. È suo il ritratto di Paolo Ruffini a Valentano, le serrande con i versi poetici della dottoressa Antonietta Scipio (VicePresidente della Unitre) e parte dei lavori di preparazione dei fondi. Eh già, anche se noi non ci pensiamo, un muro va sistemato prima di poter essere dipinto. Nei prossimi giorni sarà a Marta per dare al paese la sua Amalasunta.
Giusy Guerriero, anche lei al lavoro a Valentano, sta verniciando con bombolette spray le serrande della Unitre. Soggetto delle sue illustrazioni, sono le mani di persone anziane che prendono e stringono i libri, proprio a simboleggiare che nonostante il passare del tempo il desiderio di conoscenza non smette mai di esistere. Nei prossimi giorni sarà di nuovo a Valentano, occupata in altri lavori sempre sotto il portico.
Violetta Carpino, anche lei a Valentano, ha utilizzato quattro serrande per creare una composizione in cui è raffigurato con giochi di colore e di vuoti e pieni quanto sostenuto dal matematico Paolo Ruffini nel suo trattato sull’immaterialità dell’anima. Due mani rivolte una verso l’altra, la prima che simboleggia la materia e la seconda, invece, è tesa verso l’alto che aspira all’immateriale. Nel mezzo un cerchio nero a indicare la profondità dell’essere, mentre la linea bianca che lo racchiude è la razionalità umana.
E poi ci sono le opere di Sempre Lucida che ha decorato la serranda della protezione civile a Valentano. Spostandoci a Marta, invece, è sua la scena che prende vita su tre muri nei pressi dei campetti. Nel dipinto vediamo all’opera delle pescatrici medioevali con dei cestini e delle strane fiocine per prendere i pesci del lago, un pescatore immerso in acqua sempre intento a pescare e in ultimo una sirena che emerge da un’onda.
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